Siete un gruppo politico intenzionato a distruggere le nostre tradizioni democratiche, a minare i valori che ci contraddistinguono e che fanno della Svizzera un Paese con sistema politico unico e invidiato da molti? Ecco le istruzioni da seguire: il successo è garantito, come dimostrano molti fatti recenti.
1) Dichiararsi difensori delle tradizioni svizzere, contro ogni ingerenza straniera (non è vero, ma la verità non è più un criterio!)
2) Lanciare un’iniziativa dal titolo accattivante, come in Ticino «prima i nostri», che servirà da esempio. Deve contenere norme non attuabili, come l’obbligo di dare la precedenza ai residenti nelle assunzioni, quando il diritto del lavoro è di competenza federale.
3) ATTENZIONE: tenerla abbastanza vaga per evitare la non ricevibilità. Anche se i veri democratici, per rispetto dei diritti popolari, lasciano passare quasi tutto.
Giocare sui termini! Per esempio «no al canone» invece di «radiotelevisioni solo in mano privata».
O scrivere nella Costituzione che «sul mercato del lavoro venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio per rapporto a chi proviene dall'estero (attuazione del principio di preferenza agli Svizzeri)». Notare l’abile ambiguità tra «chi vive sul territorio» e «Svizzeri».
Creare confusione. L’articolo costituzionale modificato è quello degli obiettivi sociali, che non dà diritti immediati. Per esempio un obiettivo da anni nella Costituzione dice che «ognuno possa trovare un'abitazione adeguata a condizioni economicamente sopportabili»: sarebbe bello, no? Questo trucchetto rende l’iniziativa accettabile.
4) Nella campagna insistere sul titolo (qui «prima i nostri») e rifiutare ogni discussione sui dettagli della proposta, qualificandoli come questione giuridiche, e chiacchiere di chi non difende sul serio la Svizzera.
5) Quando l’iniziativa è stata scritta nella Costituzione, chiedere una legge di applicazione, senza tenere conto di altri obblighi costituzionali, del diritto federale e degli accordi con Paesi amici. Ogni tentativo di tenere conto di questi aspetti deve esse bollato come «tradimento della volontà popolare».
6) Quando il parlamento, facendo i suo dovere, rifiuta un’applicazione illegale o approva una versione «light» che tiene conto degli altri obblighi costituzionali, del diritto federale e degli accordi con Paesi amici, gridare ancora più forte che la volontà popolare è stata tradita. A scelta accusare «i politici», «la casta», «l’establishment».
7) Dopo aver distrutto così la fiducia delle cittadine e dei cittadini nelle istituzioni democratiche, ribadire che siete i veri difensori delle tradizioni svizzere, contro ogni ingerenza straniera, dei politici ecc..
Non è vero, ma funziona!